RECENSIONE MORGAN LOST di Claudio Chiaverotti

La copertina del n°1: figherrima.
Il mio gusto per il macabro non poteva lasciarmi indifferente di fronte alla notizia.
Quando è giunta alle mie orecchie la storia che la stessa casa editrice di Dylan Dog -il primo fumetto che avrei desiderato di poter collezionare dal numero uno, ma che per ovvie ragioni temporali è rimasto al di fuori della mia portata di giovincello- aveva appena pubblicato il primo numero di una nuova collana le mie antenne si sono rizzate. E quando ho letto che in soldoni la storia parla di un tipo cazzuto che va a caccia di serial killer, e che a tempo perso si sollazza con del buon cinema, i nanetti nel mio cervello sono andati in fibrillazione.
La caccia è stata lunga, il numero uno era fuori da più di due settimane, e sono dovuto rimbalzare tra quasi dieci edicole prima di trovare una copia scampata alla razzia del giorno di pubblicazione. Anzi mi è andata ancora meglio, in quell'oasi nel deserto ne ho trovate addirittura due di copie, e a quel punto mi son detto ma si, investiamo questi 3,5 eurozzi ora. Chissà che un domani non potranno fruttarne molti di più. Per chi fosse scettico al riguardo si faccia un giro su Ebay: una copia n°1 di Dylan Dog primissima edizione non la trovi a meno di 700 euro...
Scelta la copia migliore per metterla da parte al sicuro mi sono stravaccato sul divano, e cercando di tenere gli artigli del piccolo Dado (il mio secondo gatto) a debita distanza, mi sono immerso nella lettura. La veste grafica di Morgan Lost, nata dalla matita di Michele Rubini (già disegnatore di Zagor), è una vera novità che salta subito agli occhi. Il classico bianco e nero si è evoluto in un'accattivante tricromia con l'aggiunta del rosso, una scelta molto curiosa e azzecata che ha anche una ragione fisiologica alla base: infatti il protagonista principale, Morgan, è affetto da una particolare forma di daltonismo che gli fa vedere il mondo in scala di grigio e rosso. Figa trovata che permette di mettere in risalto solo i particolari più importanti, come per esempio un viso sospetto, un rompighiaccio, o uno spruzzo di sangue. Un elemento, quest'ultimo, che abbonda.
Le gesta del nostro eroe si svolgono in un universo parallelo, un mondo fermo ancora agli anni 50 che non ha mai dovuto vivere gli orrori del secondo conflitto mondiale (il bastardo con i baffetti e la riga al lato è stato ammazzato da una spia prima che potesse trascinare tutti nella follia collettiva), e che anche grazie a questo ha vissuto un'evoluzione tecnologica più rapida della nostra. Ci sono infatti già cellulari, maxi schermi e altri aggeggi dei tempi nostri. È divertente sfogliare le pagine alla ricerca di eventi o personaggi comuni a questo e al nostro mondo che hanno subito uan trasformazione; tanto per fare un esempio, Einstein non è mai diventato uno scienziato, ma in questo mondo scrive.

New Heliopolis in tutto il suo tetro splendore.
La Gotham City di turno risponde al nome di New Heliopolis, ed è un luogo ricco di fascino esoterico. I suoi edifici, infatti, così come le strade e le piazze, sono piene di ornamenti egizi: teste di sciacalli, aquile e croci ansate sostituiscono i classici gargoyle donando al luogo una personalità molto particolare. Il tutto è, ovviamente, esaltato ancora di più dalla tricromia.
Ma entriamo nel vivo, di che parla sto fumetto? Narra le gesta di Morgan Lost, un under 40 che sei anni orsono è scampato alla morte per mano di due efferrati assassini grazie al provvidenziale intervento della polizia. Quella stessa notte però la sua compagna non ce l'ha fatta, e da allora porta sul suo viso il ricordo di quella terribile notte. I suoi occhi sono mascherati da un tatuaggio che i suoi aguzzini gli fecero in onore del dio egizio Seth, al quale volevano sacrificarlo insieme alla sua donna. Da allora il nostro uomo è in fuga dai suoi incubi e dai suoi rimorsi per non essere stato in grado di salvare la sua amata, ed ha deciso di non rimuovere il tatuaggio perché esso nasconde ai suoi stessi occhi il volto di chi crede colpevole. Un eroe classico insomma, di quelli col cervello in pappa come piace a noi, che ha l'origine delle sue gesta in un evento tragico (sono ali di pipistrello quelle che sento?). Sta di fatto però che sulla piazza di NH non vi è cacciatore di serial killer più bravo, e in un luogo dove i criminali vengono osannati come star durante un telegiornale-barra-classifica che elenca i più efferati con tanto di curriculum vitae, non è chiaro se questo sia un bene o un male. E' una società decisamente strana (oggi sono in vena di eufemismi) quella di NH, e i primi assaggi concessi da questo numero lasciano intuire che ne vedremo di belle in futuro.

Il bel tenebroso sa il fatto suo.
Ma quella che forse è la chicca più succulenta di Morgan Lost nasce da una passione personale del suo autore, ovvero il cinema. Chiaverotti è infatti un appassionato cinefilo, tanto da aver impostato il fumetto come se fosse un film (l'ultima frase che leggerete è "fine primo tempo"), e da aver trasmesso tale passione al suo figlioccio. Anche Morgan adora il cinema, ed ha un caro amico che possiede un cinema al quale torna ogni volta che può, anche e soprattutto per cercare risposte agli enigmi dei suoi casi proprio nelle pellicole. E' già successo nel primo numero, e benché quello che si è visto sul grande schermo in questo primo numero non sia stato nulla di più di un piatto pretesto per arrivare all'obbiettivo, resta comunque una bella trovata. Anche perché il fumetto abbonda di tributi a pellicole famose, una caccia alla citazione che farà felici tutti i topini di sala. Personalmente ho individuato citazioni a molti film, tra cui "Il silenzio degli innocenti", "Basic Instict", "Il corvo", e c'è persino un simpatico cameo di Woody Allen!
Questo non significa che per poter seguire la storia si debba essere necessariamente esperti di cinema, niente affatto. Ma esserlo arrichisce molto l'esperienza rendendola più divertente.

Ma c'è qualcosa che non va in questo nuovo prodotto? Si, come sempre. Per quanto mi riguarda ho trovato nella parte testuale l'unico punto debole del fumetto. Intanto manca del tutto una componente comica, e qualcuno potrebbe sentire la mancanza di un Groucho (l'aiutante di Dylan Dog) della situazione che smorzi la tensione regalando qualche risata di tanto in tanto. Pesonalmente non sono un sostenitore della componente comica in tutto e sempre, se una storia vuole essere di tensione e paura se ne può fare tranquillamente a meno. Quello che ritengo a tratti scarso in questo caso sono alcuni dialoghi, deboli, direi addirittura banali. Alcune situazioni non vengono strutturate nel modo migliore, finendo per risultare un po' piatte e poco coinvolgenti. Mi auguro che col proseguire delle pubblicazioni questo elemento si evolva e migliori fino a raggiungere la qualità che la storia narrata merita.

Che dire, un buon esordio sotto (quasi) tutti i punti di vista. Le premesse sono decisamente appetitose, quando ci sono di mezzo dei mangiatori di uomini la cosa si fa sempre troppo interessante per non prestare attenzione ("Seven" docet). Il mondo costruito è altrettanto particolare, permeato da un'atmosfera cupa e malata che a tratti mi ha ricordato Blade Runner. Quando anche i dialoghi avranno raggiunto il giusto grado di cazzutaggine, questo prodotto si meriterà un voto più alto, ma non adesso. Aspettiamo di addentrarci più affondo nei recessi più bui della mente umana, la dove i mostri si nascondo in attesa di afferarti e mangiarti.

VOTO 8-

"...o, più semplicemente,
un cacciatore di serial-killer è lui stesso un pazzo,
tormentato da incubi che cerca
malamente di allontanare,
distogliendo lo sguardo...
come seppellire uno zombie
pochi centimetri sotto terra."

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